L’ablazione trans catetere funziona molto bene nelle forme di fibrillazione atriale cosiddette “parossistiche”(quelle fibrillazioni che si interrompono spontaneamente nel giro di ore o pochi giorni), dove raggiunge una percentuale di successo del 70-80%. Nelle forme “persistenti”, ovvero quelle fibrillazioni che si protraggono per più di una settimana o per mesi, invece, l’ablazione trans catetere ha un successo molto più basso (40-60%). Il successo diventa ancora più basso nelle forme cosiddette “persistenti di lunga durata”, quelle che gli anglosassoni chiamano “long-standing persistent AF” e durano da più di un anno o non rispondono ad altri trattamenti come la cardioversione elettrica.
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Il motivo della debolezza dell’ablazione transcatetere tradizionale nel contrastare le forme persistenti/persistenti-di-lunga-durata, è che l’ablazione dall’inguine è in grado di colpire solo alcune zone responsabili della comparsa della fibrillazione. Alcune zone si trovano all’interno degli atri e sono raggiungibili con l’ablazione trans catetere tradizionale, altre si trovano sulla superficie esterna degli atri e non possono essere raggiunte con l’ablazione trans catetere tradizionale.
L’ablazione ibrida, prevede due differenti ablazioni: la prima, diretta alle zone esterne del cuore, la seconda a quelle interne. Pertanto, l’ablazione IBRIDA è più completa e consente di ottenere risultati nettamente superiori alla tecnica tradizionale. Le due ablazioni vengono eseguite solitamente “a step”, ossia in due momenti diversi:
1. il primo step prevede un taglio sul torace di circa 7 cm, a destra dello sterno, attraverso il quale si raggiungono le zone esterne del cuore
2. il secondo step, è del tutto simile all’ablazione tradizionale trans catetere e prevede la puntura della vena femorale e l’ablazione di zone interne degli atri
I due step vengono solitamente effettuati a distanza di almeno un mese uno dall’altro. Entrambe le ablazioni vengono effettuate in anestesia generale. Il ricovero per la prima ablazione richiede solitamente 5-7 giorni di degenza, il secondo 2-3 giorni.
Da circa un anno il Dott. De Martino ha semplificato la procedura ed ha introdotto, primo al mondo, un approccio più tollerato dai pazienti che consente di raggiungere i punti esterni degli atri attraverso un taglio più piccolo (circa 4 cm), effettuato sotto lo sterno. Grazie a questo innovativo sistema, non occorre più effetuare due interventi ma i due step vengono effettuati in un unico intervento denominato "ablazione inbrida con tecnica Meditterranea" dal nome della clinica dove il dott De Martino ha messo a punto la tecnica.
Poiche' il taglio sottosternale consente di accedere direttamente al cuore, senza passare per lapleura come accadeva con la precedente tecnica ibrida, si eliminano i rischi di irritazione della pleura e versamento pleurico post intevento. La durata stessa della degenza è ridotta rispetto alla precedente tecnica. Ad oggi il Dott De Martino è l'unico ad eseguire questo innovativo intervento.