L'impianto di un pacemaker cardiaco

Cos'è il pacemaker

Il pacemaker è un piccolo dispositivo che viene impiantato sottocute e serve a controllare il ritmo cardiaco. I modelli attuali hanno all’incirca la grandezza di un orologio da polso. La sede più comune di impianto è sul torace del paziente subito al di sotto della clavicola.

Quando impiantare il pacemaker

Il pacemaker si rende necessario quando il cuore non ha più la capacità di mantenere una frequenza cardiaca adeguata alle esigenze dell’organismo o quando all’interno del cuore si creano blocchi nella conduzione dell’impulso elettrico.

Queste condizioni possono essere una normale conseguenza dell’invecchiamento del cuore,  possono derivare da un infarto, da complicanze di interventi cardiochirurgici o da alterazioni congenite del sistema di conduzione cardiaco.

Qualunque sia la causa del rallentamento del cuore il pacemaker permette di restituire al paziente una frequenza cardiaca pressoché normale che possa far fronte in maniera adeguata alle esigenze dell’organismo.

 
Come si svolge l'intervento

L’intervento di impianto del pacemaker è nella maggior parte dei casi una procedura semplice e veloce. Essa consiste in una piccola incisione cutanea (in genere 3-4 cm)  attraverso la quale viene creato un alloggiamento (tasca) per il dispositivo. Vengono poi avanzati fino al cuore  , attraverso grossi vasi venosi e sotto guida radioscopica, uno o più elettrocateteri. Il pacemaker viene poi connesso agli elettrocateteri ed il tutto viene alloggiato all’interno della tasca sottocutanea.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale. Il paziente inoltre viene sedato al fine di rendere meno disconfortevole la procedura.

L’intervento può essere effettuato nel corso di un breve ricovero (2-3 giorni) e alla dimissione il paziente può tornare ad una vita normale.

A guarigione avvenuta il dispositivo può essere apprezzato dall’esterno come un sottile rigonfiamento della cute.

Quali sono i rischi

La procedura di impianto del pacemaker, in mani esperte, comporta un rischio di complicazioni molto basso. Le più comune sono la formazione di un ematoma a livello della tasca di impianto del dispositivo ed l’infezione del pacemaker.

In casi molto rari la manipolazione degli elettrocateteri all’interno del cuore può provocare perforazioni.

Cosa fare dopo l'impianto

Nell’immediato postoperatorio è consigliabile medicare l’incisione chirurgica che guarisce nell’arco di 7-10 gg ed assumere una terapia antibiotica di copertura. Viene spesso consigliato ai pazienti di non effettuare movimenti eccessivi con l’arto omolaterale all’impianto per almeno 10-15 giorni in modo da scongiurare il rischio di sposizionamento degli elettrocateteri.

Il pacemaker deve essere controllato elettronicamente mediante un apposito apparecchio a un mese e successivamente ogni sei mesi al fine di garantire un funzionamento ottimale dell’apparecchio e monitorare lo stato di carica della batteria.

La durata degli apparecchi attuali si aggira intorno ai 7-10 anni. Quando il pacemaker è giunto alla fine della sua vita utile è necessario sostituirlo mediante un piccolo intervento chirurgico.

 
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