1 ottobre 2018
Vittorio, ricominciare a vivere dopo 20 anni grazie all'ablazione ibrida
Vittorio soffriva da venti anni di fibrillazione atriale e flutter. Nonostante due ablazioni tradizionali, non aveva risolto i disturbi che gli impedivano di lavorare e di condurre una vita normale. Nemmeno l’impianto di un pacemaker era stato risolutivo. Il dottor Giuseppe de Martino, aritmologo e direttore del gruppo Servisan, ha proposto quindi a Vittorio di sottoporsi a un’ablazione ibrida: una tecnica innovativa e con tempi di recupero brevi. Dopo l’intervento Vittorio ha risolto i suoi problemi e ha ricominciato a svolgere le normali attività di ogni giorno.
Da circa venti anni Vittorio soffriva di fibrillazione atriale e flutter [inserire link interni a schede], che gli impedivano di poter lavorare e di svolgere le attività quotidiane. In passato aveva provato a sottoporsi a due ablazioni transcatetere tradizionali, senza però riuscire a ottenere risultati. La fibrillazione atriale e il flutter continuavano a tornare. Per cercare di curare i suoi disturbi, si è sottoposto a un intervento per impiantare un pacemaker, cioè un piccolo dispositivo che serve a controllare il ritmo cardiaco. Neanche questa operazione, però, era stata risolutiva. Il dottor Giuseppe De Martino, aritmologo e direttore del gruppo Servisan, propone a Vittorio di sottoporsi a un’ablazione ibrida: una tecnica innovativa e con tempi di recupero brevi. Dopo essersi sottoposto all’intervento Vittorio ha cominciato a stare meglio e pian piano ha potuto ricominciare a lavorare e a vivere una vita normale.
Che cos’è l’ablazione ibrida e in cosa consiste?
L’ablazione ibrida della fibrillazione atriale è una tecnica innovativa che si è rivelata efficace nella cura delle forme più gravi, cioè le fibrillazioni atriali “persistenti” e “persistenti di lunga durata”. A differenza dell’ablazione transcatetere tradizionale, che viene eseguita dall’inguine ed è in grado di colpire solo le zone interne degli atri, l’ablazione ibrida prevede anche un taglio sul torace di circa 7 cm, a destra dello sterno, attraverso il quale si raggiungono le zone esterne del cuore. L’ablazione ibrida è quindi più completa e consente di ottenere risultati nettamente superiori alla tecnica tradizionale. «Attraverso il perfezionamento della tecnica dell’ablazione ibrida - commenta il dottor Giuseppe De Martino, aritmologo e direttore del gruppo Servisan - siamo riusciti a ottenere una percentuale di successo di circa il 96% dei pazienti trattati affetti da fibrillazione atriale».
Come riconoscere la fibrillazione atriale?
La fibrillazione atriale è una delle più diffuse aritmie. Per prevenirla bisognerebbe fare attenzione ad abitudini e comportamenti che possono influire sulla sua insorgenza. Quali sono i sintomi dell’attacco di fibrillazione atriale? «La fibrillazione atriale - risponde il dottor De Martino - si presenta a volte in maniera asintomatica, ma nella maggior parte dei casi viene avvertita dai pazienti come una sensazione di “battito d’ali” o di frullio nel petto. I sintomi principali della fibrillazione atriale sono le palpitazioni, il dolore toracico e la dispnea, cioè la difficoltà a respirare. Effettuare una diagnosi tempestiva è importante - sottolinea il direttore del gruppo Servisan - perché questa patologia è associata a un considerevole aumento di rischio di ictus e di scompenso cardiaco. Per diagnosticarla possono bastare un elettrocardiogramma o un holter ECG 24 ore, accompagnati dalla visita di un aritmologo. In rari casi, invece, può essere necessario uno studio elettrofisiologico».